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EGP-FIPE al Governo: “Bingo, serve proroga concessioni e taglio del Preu”

 EGP-FIPE al Governo: “Bingo, serve proroga concessioni e taglio del Preu”

(Da Gioconews.it)

Il periodo di totale interruzione delle attività per Covid-19 (di quasi cento giorni per la maggior parte delle Sale, oggi reiterato dal Dpcm del 24 ottobre) ha azzerato i ricavi e quindi proiettato le aziende in una situazione di netto squilibrio, sia economico che di liquidità. Con l’emergenza Covid-19, come ogni attività produttiva del Paese, ciascuna sala ha comunque dovuto sostenere i costi strutturali (per esempio gli affitti) e realizzare investimenti straordinari per garantire la sicurezza del personale e degli avventori, in applicazione delle Linee guida istituzionali; costi gestionali ed investimenti che dovranno proseguire fino al termine finale della situazione pandemica, ampia parte dei quali anche in condizione di chiusura dell’attività. Allo stesso tempo la situazione di emergenza comporta – quando si può lavorare – condizioni evidentemente progettate proprio per ridurre sensibilmente l’afflusso del pubblico (con la riduzione dei posti disponibili, la registrazione all’accesso, …); in questo quadro inevitabilmente – e con i nuovi lockdown – le stime a consuntivo 2020 riportano perdite fino al 70 percento rispetto al 2019”.

Ad evidenziarlo sono i rappresentanti di EGP – Associazione italiana esercenti giochi pubblici, organizzazione di categoria di Fipe-Confcommercio, auditi in commissione Finanze e tesoro del Senato oggi, 29 ottobre, sulle problematiche delle sale bingo e delle gaming halls, aggravate dall’emergenza Covid e dalla sospensione delle attività imposte dall’ultimo Dpcm.

Il ‘riassorbimento’ della crisi è di difficile previsione e, in assenza di interventi regolatòri, pressoché impossibile da raggiungere. A questo si aggiunga che il quadro di incertezza regolatoria non consente per molte aziende di accedere al credito garantito dallo Stato con gli strumenti indicati nel decreto Liquidità il cui lasso temporale per la restituzione eccede di gran lunga la durata residua ad oggi del periodo concessorio, in proroga.

Criticità che si aggiunge a quelle nei rapporti con il sistema creditizio, endemiche di tutto il settore del gioco regolamentato, basate su ragioni che non considerano l’esercizio delle attività in concessione e di servizio pubblico.

La situazione di diseconomicità delle sale pone evidenti questioni di continuità della gestione, con conseguenti esternalità negative: la progressiva perdita di migliaia di posti di lavoro, nel momento più difficile della crisi economica del Paese; la perdita degli investimenti realizzati fino ad oggi, depauperando in particolare le sale bingo quali ‘asset’ nell’ottica del futuro affidamento concessorio, riducendo di interesse – e di gettito straordinario – le future procedure selettive; la forte riduzione del perimetro di legalità e di sicurezza nell’offerta di giochi con vincite in denaro, facilitando il ritorno del gioco illegale”, rimarcano i rappresentanti di Egp.

In questo quadro, “la tutela dei posti di lavoro, la difesa del ‘perimetro’ dell’offerta legale soprattutto nella sua componente più strutturata e qualificata, la continuità stessa, quindi, di una parte importante del sistema dei giochi pubblici (e del contributo erariale che genera, in condizioni ordinarie) richiede una serie di interventi urgenti, che poniamo all’attenzione del Parlamento e del Governo per le decisioni delle prossime settimane.

Ci ritroviamo in particolare, in questo contesto, nell’impostazione del direttore generale dell’Agenzia dogane e monopoli, espresse nei giorni scorsi di fronte a questa Commissione, sulla necessità tecnica di prorogare le concessioni in scadenza.

È improrogabile, invece, il riordino del sistema per permettere ai concessionari di svolgere l’attività con un perimetro di regole omogenee su tutto il territorio nazionale potendo, quindi, programmare l’attività delle aziende concessionarie e delle loro filiere.

Nel brevissimo termine, è pertanto necessario: dare ulteriori certezze immediate alla liquidità, ai conti economici delle aziende ed ai lavoratori, migliorando fin dal passaggio parlamentare quanto impostato da ultimo, con evidente urgenza, dal decreto-legge 137 del 2020, il cosiddetto ‘Ristori’: miglioramenti sulle categorie comprese, sui tempi di attuazione, sui lavoratori garantiti dagli ammortizzatori sociali.

Si pensi che, dalle prime analisi, risulterebbe la paradossale situazione che i lavoratori assunti recentemente (dopo il 13 luglio, in piena emergenza), oggi posti necessariamente in sospensione per la chiusura ex lege delle sale non potrebbero automaticamente accedere al trattamento di integrazione dei guadagni!”.

Egp quindi chiede di: “prorogare di almeno 36 mesi le concessioni, a partire dal 1° gennaio 2021, per realizzare il riordino del modello distributivo dei giochi pubblici ed assicurare, quindi, un orizzonte temporale di medio termine coerente per la predisposizione degli affidamenti. I primi 18 mesi di proroga devono considerare l’azzeramento dei canoni concessori per recuperare le perdite subite nei periodi di lockdown o ridotto esercizio delle concessioni; sospendere da subito, fino al definitivo superamento dell’emergenza sanitaria, i canoni di proroga del Bingo, come sostegno diretto alla continuità delle sale; questo in aggiunta al Dl Ristori, come misura di settore.

Al riguardo basti anche pensare che, con la continuità di una singola sala, si evita anche di dover attivare ammortizzatori sociali nell’ordine di 35-40mila euro per la stessa sala per ciascun mese (senza considerare la dignità dei lavoratori, certamente ancor più prioritaria).

Nella prospettiva della manovra di bilancio per il 2021, è altrettanto necessario, per la stabilità del sistema delle sale specializzate:

  1. Intervenire (necessariamente per norma primaria) sulle regole tecniche e gestionali del prodotto Bingo per ridurre la percentuale di prelievo erariale a favore dei montepremi (+ 3 percento; -3 percento), per compensare gli effetti sui premi Bingo della ridotta presenza delle persone in sala e mantenere stabile la dinamica di gioco e, quindi il fabbisogno di personale di sala (sostenendo quindi l’occupazione);
  2. Effettuare il versamento del prelievo erariale Bingo e del compenso per il controllo centralizzato del gioco in maniera differita a novanta giorni dalla data del ritiro delle cartelle (misura già prevista in passato, più recentemente dall’articolo 12 del decreto legge 28 aprile 2009, n. 39, per ‘consentire al settore [del Bingo] più sostenibili condizioni economico-finanziarie, con conseguente sostegno del livello del relativo gettito erariale’);
  3. Sostituire l’utilizzo della tessera sanitaria per l’attivazione delle Videolotteries nelle sale (il cui accesso è vietato ai minori) con un più efficace controllo obbligatorio di un documento di identità per tutti gli avventori all’ingresso, utile anche ai controlli di polizia;
  4. Rivedere il meccanismo dei prelievi sulla raccolta e sulle vincite degli apparecchi da intrattenimento, con eliminazione dell’aumento già previsto dalla legge di bilancio per il 2021 e ripristino contestuale dei valori di prelievo vigenti al 2019, prima dell’emergenza epidemiologica (prelievo sulla raccolta degli apparecchi Awp al 21,60 percento; prelievo sulla raccolta degli apparecchi Vlt al 7,90 percento; prelievo sulle vincite Vlt superiore a 500 euro nella misura del 12 percento)”.

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