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HostMilano, Egp-Fipe: ‘Esercizi pubblici baluardo del gioco legale, serve riordino nazionale’

 HostMilano, Egp-Fipe: ‘Esercizi pubblici baluardo del gioco legale, serve riordino nazionale’

(fonte: Gioconews)

Gioco protagonista alla fiera su ristorazione e accoglienza HostMilano, grazie al panel “Gaming halls: intrattenimento, socialità e consumo responsabile”, organizzato oggi, 14 ottobre, dalla Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi.

L’evento è stato aperto dalle parole di Emmanuele Cangianelli, presidente dell’associazione Egp – Esercenti giochi pubblici. “Egp in pochi anni si è ritagliato un grande spazio sia nel dibattito istituzionale insieme con altre associazioni del mondo Confcommercio, da Acadi alla Federazione italiana tabaccai, che su alcuni tavoli specifici, ad esempio nel campo della formazione”, esordisce.

Cangianelli quindi, a beneficio in primis di una platea non specializzata sul gioco, ricorda alcuni dei numero del settore: “Le somme giocate da circa 20 milioni di persone ogni anno sono pari a circa 20 miliardi, 11,2 dei quali vanno all’Erario. Ci sono oltre 65mila punti vendita di gioco in Italia e la distribuzione specializzata conta circa 10 mila sale fra slot, Vlt, bingo e scommesse. Più o meno, tutti questi punti di gioco specializzati offrono anche servizi di ristorazione, food and beverage e altre forme di intrattenimento, musica e spettacolo, a seconda delle dimensioni che hanno, con un personale specializzato.

Elisabetta Gregni, Legal&regulatory affairs manager di Novomatic Italia, evidenzia come la regolamentazione del gioco dovrebbe essere “nazionale”, mentre “negli ultimi 10 anni ogni regione ha elaborato le proprie regole, spesso molto diverse rispetto a quelle delle regioni attigue. Fatto che ha creato una grande concorrenza fra le aziende e lo spostamento dei giocatori da un territorio all’altro.

Auspichiamo che il riordino possa riportare l’omogeneità di regole sul territorio necessaria a dare a tutte le aziende la certezza di poter fare investimenti, di ‘poter’ operare, e riponiamo le nostre speranze nella legge delega per la riforma fiscale. Serve una regolamentazione che dia a tutti la stessa possibilità di entrare nel mercato italiano e di investire, e va previsto anche un ruolo per i Comuni. Vedremo cosa ci sarà nel decreto delegato relativo al gioco”.

Gregni poi spinge l’acceleratore sull’importanza del gioco legale e quella del gioco fisico, “del contatto con il consumatore. Nelle sale c’è una costante attenzione al cliente e anche a chi può sviluppare patologie, quindi la presenza, la socialità del gioco terrestre va supportata e garantita”.

Concludendo il suo intervento quindi la manager pone l’attenzione sui limiti orari al funzionamento degli apparecchi di gioco vigenti in molti territori: “La limitazione degli orari comporta anche un problema nell’assunzione del personale, visto che dalla frammentazione degli orari consegue un’attività lavorativa discontinua”.

Imma Romano, direttrice Relazioni istituzionali e comunicazione di Codere Italia, parte da un punto essenziale: “la necessità di parlare del settore del gioco e di quello che rappresenta nella politica dell’intrattenimento, non solo degli aspetti negativi e della dimensione ‘patologica’”. Evidenziando come il gioco invece sia un vero e proprio “ecosistema”. Le grandi sale, al quale sono riconducibili grandi aziende come Codere Italia, “hanno un core business forte e una conoscenza che arriva da lontano”, rimarca Romano.

C’è un’offerta di intrattenimento a 360 gradi che non contempla solo il gioco legale – che è l’elemento dirimente, un mondo chiaro e trasparente dove non c’è niente da nascondere – ma anche persone con contratti nazionali riconosciuti, che assicurano delle tutele, persone formate che possono un essere punto di riferimento per i clienti. Le nostre sale offrono un intrattenimento fatto di musica, eventi, food and beverage, con un’offerta gastronomica che non è quella del grande ristorante ovviamente, ma è un tema molto attenzionato. Ci sono dipartimenti che si occupano di creare questo, un’offerta varia, stagionale, con prodotti freschi vicini al consumatore. Nelle nostre sale ci sono livelli di professionalizzazione diversissimi; non c’è solo l’operatore di gioco, il ragazzo che ti vende la cartella, ma ci sono professionalità specifiche anche per questi livelli di intrattenimento. La relazione con il cliente è fondamentale, per questo è importante selezionare la persone giusta per il posto giusto, il valore umano è centrale. La formazione del personale di sala copre una serie di aspetti: l’accoglienza, la misurazione continua del gradimento (o del non gradimento) dei clienti, la partecipazione”.

Un altro tema centrale è quello della responsabilità economica oltre che ambientale, “l’attenzione ai consumi energetici, con la messa in campo di tutto cioè che è possibile per ridurre l’impatto energetico delle nostre attività. Per questo nelle nostre location di gioco facciamo la raccolta differenziata e stiamo sostituendo progressivamente i materiali di esercizio con materiali riutilizzabili, lavabili”.

E in ultimo Aldo Cursano, vice presidente vicario nazionale e presidente regionale toscano della Fipe, afferma“L’illegalità si combatte con la legalità, è un principio irrinunciabile che parte dalla consapevolezza che le situazioni non vanne subite ma governate. La consapevolezza e la formazione sono un valore condiviso intorno al quale abbiamo costruito un percorso con l’Asl, le istituzioni, le imprese, per investire sulla tutela dei giocatori. Bisogna saper riconoscere certe patologie, capire chi si ha davanti vuol dire dividere le distorsioni che possono capitare. I nostri devono essere luoghi della socialità, non del vizio e della patologia, luoghi sicuri che hanno a cuore la salute e la sicurezza delle persone”.

A concludere l’appuntamento milanese è ancora Cangianelli, che si sofferma sul futuro del settore: “La chiave è la regolamentazione. La nostra capacità di rappresentanza istituzionale – in senso ampio – sarà fondamentale. Ma bisogna partire dal fatto che dal 1948 c’è la riserva dello Stato sul gioco legale. Bisogna far leva su questo, senza escludere gli Enti locali nella ricerca di soluzioni condivise.

Il mercato come sarà? Il ‘fuori casa’, in analogia con quanto accade per altri consumi legati al tempo libero e all’intrattenimento, sarà sempre più digitalizzato fino ad essere quasi totalmente digitale, nel caso di quello di breve durata.

Invece, come dimostrato da altri Paesi, per l’intrattenimento per cui si spende più tempo in luoghi specializzati non è cambiata la tipologia di frequentazione. Perciò, pensiamo che si possa e si debba investire nella distribuzione specializzata anche nel settore dei giochi.

Ovviamente ci devono essere le condizioni giuste per investire, una certezza a lungo termine per gli investimenti, che ha a che fare anche con il rapporto con il personale. Infatti non si investe solo nelle tecnologie, ma anche nella formazione del personale, per il trattamento dei clienti, il riconoscimento dei giocatori compulsivi, e l’informazione sui servizi di prevenzione e cura della ludopatia. A tal proposito, abbiamo iniziato a interagire con alcune realtà locali per la formazione”.

In conclusione quindi il presidente di Egp rimarca che gli investimenti necessari però “non possono essere fatti con il rischio che le attività vengano interrotte non per una pandemia ma per scelte legislative messe in campo da un anno all’altro.

Il nostro settore ora ha l’opportunità di riscrivere alcune delle regole principali, con la legge delega per la riforma fiscale, e ci auguriamo che la politica possa cogliere questa opportunità dopo 20 anni dalla regolamentazione del settore, ma dopo 10 anni in cui le regole sul territorio sono proliferate in un quadro non ben definito”.

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