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Eurispes: nel riordino necessario superare ‘federalismo’ e ghettizzazione del gioco pubblico. 

 Eurispes: nel riordino necessario superare ‘federalismo’ e ghettizzazione del gioco pubblico. 

(Fonte: Agimeg)

Si è svolta oggi a Roma presso la “Sala delle Bandiere” del Parlamento europeo in Italia la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.

L’Istituto rileva da tempo l’esigenza diffusamente avvertita di un complessivo riordino dell’offerta del gioco pubblico nel nostro Paese. Più volte annunciato, e altrettante volte rinviato, oggi sembra che questo percorso stia finalmente prendendo forma. Una eventuale ulteriore dilazione sarebbe dannosa. E ciò in considerazione anche del fatto che i provvedimenti e gli aggiustamenti che negli anni sono stati attuati dallo Stato e dalle Regioni, al di fuori di criteri di omogeneità, per rispondere di volta in volta a ciò che emanava dal pubblico dibattito, alla rincorsa degli sviluppi tecnologici, alle esigenze dell’Erario o alle difficoltà dei soggetti imprenditoriali, hanno creato stratificazioni che mettono a rischio la tenuta stessa di un settore economico di rilevante importanza.

In merito all’imminente inizio della discussione sull’attuazione dell’art. 15 della legge delega sul riordino, l’auspicio è che, nel metodo e nel merito, il Governo possa procedere con l’attenzione che la complessità del settore richiede. Quanto al metodo, è essenziale che la discussione si sviluppi anche attraverso una nuova “Intesa Stato, Regioni, Autonomie locali”, che riguardi tutti i canali dell’offerta di gioco pubblico, e che siano prese in considerazione anche le istanze delle rappresentanze della società civile e delle imprese di settore che detengono un know how che deve essere messo al servizio della ricerca di una soluzione di equilibrio tra gli interessi pubblici coinvolti.

Quanto al merito, il riordino dovrebbe avere come obiettivo quello di operare con la massima attenzione per produrre un sistema più avanzato e sicuro, ma compatibile con la tenuta di equilibri preesistenti, spesso, già eccessivamente stressati. Quando si opera su di un organismo complesso, è infatti essenziale tenere conto degli impatti che ogni singolo intervento genera sul quadro generale. In questo senso, si possono evidenziare alcuni aspetti decisivi e intrinsecamente tra loro collegati.

– Alla giusta attenzione che, certo, deve essere riservata al fenomeno dell’esplosione del gioco online (che nel 2022 ha assorbito 73,1 miliardi di euro, mentre nella rete fisica è sceso a 62,9 miliardi), deve corrispondere analoga attenzione al gioco fisico che necessita di interventi urgenti e organici. I recenti elementi saliti alla ribalta nel pubblico dibattito sulle scommesse di noti personaggi dello sport attraverso piattaforme illegali, hanno certamente la loro rilevanza ma, per un verso non possono condurre a omologare nella sensibilità diffusa l’offerta online legale a quella illecita, o concentrare un’attenzione tanto grande da oscurare le problematiche della rete fisica che impatta sui territori ai quali la criminalità organizzata guarda con immutato interesse. Il riordino dovrebbe operare per superare l’impatto del “federalismo” sul gioco pubblico, ovvero la tendenza delle Regioni e dei Comuni a legiferare in ordine sparso sulle distanze dell’offerta di gioco dai “luoghi sensibili” e a emettere delibere sugli orari dell’offerta della rete fisica al fine di contrastare le dipendenze da gioco. Ciò perché la storia dell’ultimo decennio ha dimostrato la pratica impossibilità di coniugare, ad esempio, l’applicazione del “distanziometro” e l’esistenza dell’offerta fisica del gioco pubblico. Vista la consapevolezza che su questo aspetto è stata acquisita dalla maggior parte delle Giunte e dei Consigli regionali che hanno già operato per dilazionare queste misure, man mano che si avvicinava la scadenza della loro entrata in vigore, sarebbe auspicabile riprendere lo spirito dell’Intesa del 2017 sulla base della quale, per altro, è già avvenuta una importante riduzione dell’offerta nei diversi territori. Per quanto riguarda il rapporto tra gioco fisico e gioco online, va segnalata l’impraticabilità di quanto ad oggi avanzato per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, risultando in qualche misura paradossale che gli strumenti proposti per il gioco fisico (distanziometro e riduzione oraria) possano essere raggirabili attraverso il gioco online, che resta “aperto” 24 ore al giorno e risulta fruibile via smartphone anche dall’interno di “luoghi sensibili”.

– È necessario evitare la marginalizzazione e/o la ghettizzazione dell’offerta di gioco pubblico, per preservare l’obiettivo di mantenere la funzione di presidio di legalità che la rete fisica esercita, con i suoi 85.000 punti vendita. Il contrasto del gioco illegale, come riconosciuto dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine che vi sono deputate, vede proprio nella presenza dell’offerta del gioco pubblico un alleato essenziale. Per altro verso, la riduzione e la concentrazione dell’offerta in esercizi dedicati esclusivamente al gioco, con il sacrificio della rete generalista che solo per i bar conta quasi 49.000 punti vendita, rischiano di creare, appunto, un effetto “ghettizzazione” che rischia di essere amplificato dalla persistenza del richiamato “federalismo”.

– Nel riordino, dunque, va riconosciuto il ruolo rilevante occupato dai punti vendita generalisti, in quanto in essi si realizza l’afflusso della grande maggioranza di cittadini-giocatori sociali che consumano molteplici prodotti e, per quanto riguarda gli apparecchi da gioco, quelli (AWP) più classicamente “da intrattenimento”; essi, inoltre, generano circa due terzi degli incassi per l’Erario. Va poi considerato che l’offerta di gioco pubblico da parte degli esercizi generalisti si avvale del supporto essenziale dei gestori che, nelle loro attività, generano lavoro per molte piccole e medie aziende, contribuendo alla connotazione labour intensive della filiera del gioco fisico, che occupa circa 140.000 addetti.

– Con riguardo al contrasto del Disturbo da Gioco d’Azzardo, si deve partire dalla costatazione dell’insufficienza dell’attuale offerta sociosanitaria ed operare per potenziarla unitamente ad implementare le iniziative di prevenzione finalizzate alla sensibilizzazione dei rischi verso le nuove generazioni. Oltre a ciò, è utile valorizzare il ruolo degli esercenti che, supportati da una adeguata e specialistica formazione continua, obbligatoria e certificata, possono intercettare sul nascere le manifestazioni di gioco problematico. Formati e “messi in rete” con le Istituzioni ed i Servizi sociosanitari del territorio, sono proprio questi i soggetti che vanno attivati, per valorizzare l’intermediazione umana nell’esercizio del gioco.

– In merito agli aspetti erariali, e in un’ottica di equilibrio tra le diverse aree del gioco pubblico, si deve prestare attenzione a non rendere alcune tipologie di offerta – quelle già fortemente gravate.

– meno appetibili per il giocatore, con ulteriore riduzione delle percentuali di restituzione in vincite (cosiddetti payout); ciò vale in particolar modo per gli apparecchi AWP. In generale, va tenuto presente che l’abbassamento del payout per il gioco fisico rende più attrattivo quello online.

– Infine, con uno sguardo alla cornice europea dentro la quale il riordino si pone, la tutela della salute, dei minori e dell’ordine pubblico possono giustificare restrizioni alla libertà di impresa ma tali restrizioni devono essere sempre proporzionate, non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Questa è la sfida europea di ogni mercato regolato e la stella polare dell’opera di riordino normativo del settore che non può guardare esclusivamente all’incremento delle entrate erariali.

È essenziale che sul tema del riordino dell’offerta del gioco pubblico si svolga un ampio confronto che veda la partecipazione e i contributi di tutti i soggetti, istituzionali, imprenditoriali e della società civile, impegnati nel settore. Quanto più questo dibattito sarà approfondito, maggiori saranno le possibilità di ridisegnare un sistema funzionale. Garantire una offerta di intrattenimento ordinata e sicura, in grado di contrastare l’area dell’illegalità; limitare i rischi di insorgenza di comportamenti problematici nel consumo di gioco pubblico, anche valorizzando il ruolo di esercenti debitamente formati; assicurare risorse certe per l’Erario (10,2 miliardi di euro nel 2022); rendere possibile il consolidamento di una filiera imprenditoriale importante per il Paese: questi sono gli obiettivi da raggiungere.

Infine, l’Eurispes segnala l’esigenza che questo processo di riordino – ma anche la complessiva offerta di gioco pubblico che ne deriverà – possano avvalersi di studi adeguati alla rilevanza che il settore ha nel panorama economico e sociale del Paese; studi che, al momento, sono carenti o addirittura assenti. In particolare, manca una analisi approfondita della realtà del gioco illegale, sia nella sua dimensione fisica sia nell’online, che si rende oggi quanto mai necessaria per stabilire una ferma distinzione tra legale ed illegale e superare quelle ricostruzioni che, in particolare per l’area del gioco online, qualificano erroneamente come infiltrazioni nel gioco legale quelli che sono business illeciti completamente avulsi dai sistemi di gioco autorizzati e controllati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Anche il Disturbo da Gioco d’Azzardo necessita di costanti studi che portino all’elaborazione di protocolli adeguati alla cura dei soggetti patologici presi in carico dai Servizi per le Dipendenze. Su questi piani l’Eurispes intende proseguire, in una linea di impegno e di ricerca consolidata negli anni.

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